Ivan Graziani
IVAN GRAZIANI (Teramo 1945 – Novafeltria 1997)
di Ernesto Livorni (University of Wisconsin – Madison)
Nella sua breve carriera, Graziani è stato membro di due band, prima di intraprendere la carriera da solista nel 1972. Dopo aver frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Ascoli Piceno e l’Istituto di Arte Grafica di Urbino, Graziani ha svolto la sua attività di fumettista in i primi anni della sua carriera come artista solista e session man. La sua popolarità di lui deriva dal suo talento di lui come rocker e chitarrista, come testimoniano queste canzoni iconiche: “Lugano addio”, “Firenze”, “Il Chitarrista”. Ha registrato 16 album originali e 6 compilation, spesso registrazioni dal vivo (altre 6 compilation e un DVD + CD sono apparse dopo la sua morte).
Graziani ha iniziato la sua carriera come chitarrista prima nella band Nino Dale and His Modernists, dove è stato anche il cantante di una delle canzoni del gruppo, “E ora te ne può andar”. Quando Graziani fu ammesso all’Istituto di Arte Grafica di Urbino, lasciò la band di Nino Dale e formò un’altra band nel 1964, Ivan e i Saggi, che presto cambiò nome in Anonima Sound. Con Anonima Sound, Graziani ha attraversato due fasi principali: il beat italiano (l’album Folk Beat n.1 di Francesco Guccini è stato pubblicato nel 1967) e il rock progressivo (di nuovo, la prima canzone di successo e marchio di fabbrica dei Procol Harum, “A Whiter Shade of Pale”, è stato rilasciato nel 1967). La fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta sono gli anni in cui diverse band britanniche promuovono il rock progressivo: Pink Floyd, Genesis, Yes, King Crimson, Emerson Lake & Palmer, Gentle Giant, Van Der Graaf Generator, Jethro Tull. Gli Anonima Sound si ispirarono a quelle band, pur vivendo solo fino al 1972. Graziani lasciò la band nel 1971, quando svolse il servizio militare obbligatorio, ma nel 1972 tornò saltuariamente a suonare come bassista.
Nel 1973 Graziani pubblica i suoi primi album da solista: Desperation (con lo pseudonimo di Rockleberry Roll), con testi in inglese, e La città che vorrei (uscito con il titolo Ivan Graziani Special nel 1980). Nel 1974 esce Tato Tomaso’s Guitars, dedicato alla moglie Anna per la nascita del figlio Tommaso. Eppure la sua attività più notevole è quella di turnista per numerosi cantautori e cantanti italiani, tra cui Lucio Battisti e Bruno Lauzi, Francesco De Gregori e Antonello Venditti. È nella seconda metà degli anni Settanta che Graziani assapora il successo, dopo aver pubblicato Ballata per 4 stagioni nel 1976 e soprattutto I Lupi nel 1977. Quest’ultimo album contiene il brano “Lugano addio”, che godette di grande popolarità e fu un vero successo:
“Lugano addio” cantavi
mentre la mano mi tenevi
“Canta con me” tu mi dicevi
ed io cantavo di un posto che
non avevo visto mai
Graziani lancia il suo primo tour nel 1978, dopo l’uscita dell’album Pigro, anch’esso molto apprezzato con brani di grande impatto (“Pigro”, “Monna Lisa”, “Paolina”, “Gabriele D’Annunzio”). Questo è stato un periodo di grande creatività per Graziani, che pubblica un altro album di successo nel 1979, Agnese dolce Agnese, con successi duraturi come “Agnese”, “Taglia la testa al gallo”, “Dr. Jekyll & Mr. Hyde”. “Agnese” inizia con un chiaro omaggio ai Beatles, da “While My Guitar sweetly Weeps”, e in particolare la canzone di Phil Collins “A Groovy Kind of Love” è musicalmente molto simile alla canzone di Graziani “Agnese”, molto probabilmente perché entrambi prese spunto dal compositore settecentesco Muzio Clementi:
Se la mia chitarra
piange dolcemente
stasera non è sera
di vedere gente
e i giochi nella strada
che ho chiusi dentro al petto
mi voglio ricordare
Gli anni Ottanta si aprono con due album i cui titoli richiamano le due sfaccettature del rock di Graziani. Nel 1980, Viaggi e Intemperie presenta forse la canzone più popolare di Graziani, “Firenze (canzone triste),” la cui melodia contrasta con altre canzoni come “Tutto questo cosa c’entra con il Rock & Roll”. Nel 1981, l’album Seni e Coseni separa formalmente nelle due parti del lungo l’esecuzione dei brani melodici da quelli prettamente rock. Questo decennio vede l’uscita di diversi album, quasi uno all’anno, anche se non riscuotono il successo dei primi due: Parla tu, doppio album dal vivo uscito nel 1982 (è anche l’anno in cui Graziani fa due cameo nei film Italian Boys di Umberto Smaila e Arrivano i miei di Nini Salerno); Ivan Graziani, nel 1983; Nove, del 1984, che lo stesso Graziani considera uno dei suoi migliori lavori; Piknic, nel 1986, che fu considerato l’album meno interessante dallo stesso chitarrista.
Nella seconda metà degli anni Ottanta, Graziani era insoddisfatto dei limiti che le case discografiche imponevano alla sua libertà artistica e trascorse alcuni anni alla ricerca di soluzioni che gli permettessero di coniugare la sua visione e le richieste del mercato. L’album Ivangarage e l’antologia Segni d’amore tentano di riassumere le esperienze musicali raccolte da Graziani.
Gli anni Novanta si aprono con la novità dell’album Cicli e Tricicli, del 1991, in cui la ballata prevale sui brani rock degli album precedenti. Seguirono Malelingue, nel 1994, e l’album dal vivo intitolato Fragili fiori … livan, nel 1995, che finì per essere l’ultimo album che pubblicò dopo la scoperta del suo cancro. In quest’ultimo album i brani si alternano in modo disomogeneo, sia tentando nuove strade, come il brano che dà il titolo all’album, sia ritornando ai motivi dei primi album, in particolare La città che io vorrei, come il brano “Eri bella ” sembra confermare con quel ricordo de “Il Campo della Fiera:”
Era strana la tua casa, alta come un palazzone,
si tagliava contro il cielo, dietro un grigio muraglione
e un albero gigante, che arrivava al primo piano
tutto rosa in primavera, come le dita di una mano.
E il nastro della strada, bianco e silenzioso
alla luce della luna, diventava luminoso
di fosforo e di miele si accendeva nella sera
per i nostri appuntamenti giù al Campo della Fiera…
e restavamo lì a parlare accanto ai tuoi cancelli
e a volte i fari delle auto ti illuminavano i capelli…
Dopo la sua morte, diversi brani inediti vennero inseriti negli album pubblicati postumi o album in cui altri artisti (Renato Zero, Antonello Venditti, Biagio Antonacci, Umberto Tozzi) rendevano omaggio alle canzoni di Graziani. Ce ne sono alcuni, in cui vengono evidenziati altri aspetti artistici del talento di Graziani. Uno di questi è il libro di vignette e disegni che Graziani ha accettato di pubblicare in collaborazione con Vincenzo Mollica e Claudio Strinati: Cartelle di sogno (Urbino: Comune di Urbino, Assessorato alla Cultura, 1998), che raccoglie materiale inedito rivelatore dei legami tra i suoi disegni e le sue canzoni. Ha scritto anche un libro, Arcipelago Chieti (Pescara: Tracce Edizioni, 1988), in cui racconta l’anno trascorso in quella città abruzzese durante il servizio militare.
Il talento di Graziani è stato interrotto dalla sua morte improvvisa. Rimane comunque autore di brani memorabili, un vero rocker e un chitarrista che parlava davvero con la sua Gibson, che chiamava “mamma chitarra”.
Translated songs: