Di Sara De Angelis (Studiosa indipendente).
Nato in Romagna nel 1970, Samuele Bersani si trasferisce giovanissimo a Bologna, dove viene notato da Lucio Dalla che gli fa addirittura aprire un suo concerto con la canzone Il Mostro. Bersani dunque, giovanissimo, di bella presenza, appartenente allo stesso entourage bolognese che ha prodotto prima di lui gruppi come gli Stadio o altri cantautori come Ron, diventa immediatamente famoso apparendo nei programmi televisivi più popolari. Nel suo background c’è la musica, fin da adolescente, ma anche la passione per il cinema, che affiorerà poi nei suoi testi nel corso degli anni. Egli stesso racconterà, in alcune interviste, l’influenza che hanno esercitato su di lui certi festival di cinema nonché Tonino Guerra, poeta romagnolo e sceneggiatore di Amarcord di Federico Fellini, del quale segue a sedici anni un corso di sceneggiatura.
Chicco e Spillo, la sua prima canzone di cantautore emergente, diventa anche un grande successo radiofonico e un vero e proprio tormentone estivo, sostenuto senz’altro dalla telegenia e dalla performance interpretativa dell’autore, ma senza dubbio per la potenza stessa della canzone, per l’orecchiabilità della musica, in palese contrasto, in particolare, col testo: la storia di due ragazzi di periferia che, per denaro o per noia, si lanciano in una rapina fino a morire in un incidente in motorino durante la fuga dalla polizia. Con asciuttezza e sobrietà il testo descrive una periferia sporca, disagiata, abbandonata a se stessa, nella quale si muovono due adolescenti che, non diversamente da certi personaggi della letteratura degli scrittori cosiddetti “cannibali”, sembrano in cerca di denaro facile più che altro per sfuggire al tedio esistenziale. Bersani ci mette di suo, in tv come nel video che accompagna la canzone, una interpretazione apparentemente distaccata, ma intensa, che lascia ben presagire le sue caratteristiche di cantautore rigoroso, attento ai temi della alienazione esistenziale, dell’incomunicabilità, come pure alla critica feroce di certi aspetti della società italiana, al suo immobilismo e alla sua ipocrisia.
Nei successi che seguono (dall’album Freak) emergono gli stessi temi con una ironia tagliente, che serve a ritrarre in maniera ancora più efficace un mondo borghese, attratto da certi miti anni ’70 (l’India, il simbolo della pace, le collane di perline…) intrecciati con un solido provincialismo inattaccabile (“hai più pensato a quel progetto di esportare la piadina romagnola?”, in Freak). L’incomunicabilità emotiva, le difficoltà di relazione, una costante dei testi di Bersani, appaiono ancora nello stesso album con un altro dei grandi successi commerciali del cantautore, Spaccacuore, con un tono intimista e almeno apparentemente autobiografico che rimarrà caratteristico nel corso degli anni (“So chi sono io/ anche se non ho letto Freud/so come sono fatto io/ma non riesco a sciogliermi”) e che gli garantisce grande successo e popolarità.
A questo stesso filone si può ricondurre Giudizi Universali, forse uno dei migliori testi di Bersani, certamente uno dei più interessanti e conosciuti, che appare nel ’98, nel quale un io narrante mette a fuoco la propria difficoltà di relazione e di comunicazione (“Troppo cerebrale per capire che si può star bene senza calpestare il cuore/Ci si passa sopra almeno due o tre volte i piedi come sulle aiuole”).
Nonostante il successo commerciale, dalla fine degli anni ’90 Bersani sembra rifuggire la ribalta e si mostra abbastanza defilato rispetto al mondo dello spettacolo (pur partecipando poi a più di un Festival di Sanremo). Al contrario, è oggetto di grande attenzione della critica e diventa dunque icona del cantautore italiano contemporaneo, vincitore di numerosi premi della critica, soprattutto per la qualità letteraria dei suoi testi, pubblicando lavori meno frequenti e iniziando diverse collaborazioni con altri cantautori (Consoli, Concato, Pacifico, Vanoni, Cammariere e molti altri).
Nel 2003 pubblica Caramella smog, un album che gli procura due targhe Tenco, caratterizzato da testi legati alla realtà italiana e alle sue contraddizioni, con particolare riferimento alla distorsione di senso operata dall’uso massiccio dei media (all’epoca, soprattutto televisivi). Cattiva, ispirata a cupi episodi di cronaca nera, narra con efficacia un certo vouyeurismo televisivo che rincorre il colpevole e ne fa l’oggetto di una sorta di arena pubblica (“Chiedi un autografo all’assassino/Guarda il colpevole da vicino/E approfitta finché resta dov’è/Toccagli la gamba, fagli una domanda, ancora”).
Ancora più sottile il testo di Caramella smog, che dà il titolo all’album. Da una parte il testo riprende lo stesso tema della distorsione di senso nell’opinione pubblica (“Per la crisi generale si potrebbe licenziare un terzo/Degli operai/Ma sarebbe imperdonabile vendere il centravanti/Si scatenerebbero delle rivolte popolari”) un fenomeno tutto sommato globale. Dall’altra, però, lo inserisce più precisamente all’interno di un tipo di rimozione storica nazionale che è invece assolutamente italiano, con un chiaro riferimento al rapimento e all’uccisione di Aldo Moro e ai misteri che circondano la sua morte e le circostanze della sua prigionia (“Per le feste comandate/Si potrebbe fare uscire gli ostaggi dai bagagliai/E confessargli di aver corretto le lettere ai parenti/Col dizionario dei sinonimi e dei contrari”).
L’ironia, quando non il sarcasmo, la critica ai mali della società dei mass media, al malcostume italiano continuano dunque ad essere oggetto della produzione di Bersani, come pure una visione più intimista e più o meno autobiografica dell’incomunicabilità emotiva già all’interno della famiglia (Salto la convivenza, Meraviglia).
Nel 2006 Bersani pubblica Lo scrutatore non votante, altro successo radiofonico, che rappresenta una visione satirica dell’astensione al voto, un fenomeno assai frequente nella società italiana, che si inserisce nella contraddizione tra il perbenismo di facciata e una sostanziale indifferenza politica (“È come un ateo praticante/Seduto in chiesa alla domenica/Si mette apposta un po’ in disparte/Per dissentire dalla predica”). Non sorprende, a questo punto, la presenza di Bersani ad un evento musicale del Movimento Cinque Stelle (il movimento promosso da Beppe Grillo, ai suoi albori, proprio per rinnovare la politica italiana). Nemmeno consta, però, un impegno successivo del cantante al Movimento stesso. Al contrario, dopo la pubblicazione del disco Nuvola numero nove, più incentrato su temi intimisti e personali, e di raccolte varie, Bersani si dedica alla musica dal vivo, ai concerti con le orchestre, alle collaborazioni artistiche. È atteso un suo album per il 2020.