Il testamento di Tito

Fabrizio De André, 1970

1.“Non avrai altro Dio all’infuori di me”
spesso mi ha fatto pensare:
genti diverse, venute dall’Est
dicevan che in fondo era uguale:
||: credevano a un altro diverso da Te,
e non mi hanno fatto del male. :||

2. “Non nominare il nome di Dio,
non nominarlo invano”.
Con un coltello piantato nel fianco
gridai la mia pena e il suo nome:
ma forse era stanco, forse troppo occupato,
e non ascoltò il mio dolore:
ma forse era stanco, forse troppo lontano,
davvero lo nominai invano.

3. Onora il padre, onora la madre,
e onora anche il loro bastone:
bacia la mano che ruppe il tuo naso
perché le chiedevi un boccone.
||: Quando a mio padre si fermò il cuore,
non ho provato dolore :||

4. Ricorda di santificare le feste;
facile per noi ladroni,
entrare nei templi che rigurgitan salmi
di schiavi e dei loro padroni.
||: Senza finire legati agli altari,
sgozzati come animali. :||

5. Il quinto dice “non devi rubare”,
e forse io l’ho rispettato
vuotando, in silenzio, le tasche già gonfie
di quelli che avevan rubato:
||: Ma io, senza legge, rubai in nome mio
quegli altri nel nome di Dio :||

6. “Non commettere atti che non siano puri”,
cioè non disperdere il seme…
Feconda una donna ogni volta che l’ami
così sarai uomo di fede.
Poi la voglia svanisce e il figlio rimane
E tanti ne uccide la fame.
Io, forse, ho confuso il piacere e l’amore
Ma non ho creato dolore.

7. Il settimo dice “non ammazzare”.
se del cielo vuoi essere degno
Guardatela oggi, questa legge di Dio,
tre volte inchiodata nel legno.
||: Guardate la fine di quel nazzareno:
e un ladro non muore di meno. :||

8. “Non dire falsa testimonianza”,
e aiutali a uccidere un uomo.
Lo sanno a memoria il diritto divino,
e scordano sempre il perdono.
||: Ho spergiurato su Dio e sul mio onore
e no, non ne provo dolore :||

9. “Non desiderare la roba degli altri,
non desiderarne la sposa”.
Ditelo a quelli, chiedetelo ai pochi
Che hanno una donna e qualcosa
Nei letti degli altri, già caldi d’amore,
non ho provato dolore.
L’invidia di ieri non è già finita:
stasera vi invidio la vita.

10. Ma adesso che viene la sera ed il buio
mi toglie il dolore dagli occhi,
e scivola il Sole al di là delle dune
a violentare altre notti,
io nel vedere quest’uomo che muore
Madre, io provo dolore;
nella pietà che non cede al rancore
Madre, ho imparato l’amore.

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