883

(Di Eleonora Buonocore, University of Calgary)

Gli 883 erano un gruppo rock e pop italiano attivo principalmente negli anni ’90. Sebbene i critici abbiano spesso dubitato delle loro capacità musicali e li abbiano accusati di essere “troppo commerciali”, il successo del gruppo tra i giovani italiani è stato straordinario e immediato. Sono diventati rapidamente la voce di una generazione, soprattutto tra i giovani della periferia delle città del nord Italia.


La band si è formata quando il cantante Max Pezzali ha incontrato il bassista Mauro Repetto durante gli anni del liceo a Pavia, e i due hanno deciso di scrivere insieme canzoni sulle loro esperienze di vita. Gli “883”, dal famoso modello di motocicletta della Harley Davidson da loro molto amata, divenne il nome ufficiale del gruppo nel 1991, prima della loro prima apparizione al Festival di Castrocaro, grazie al quale i due musicisti sono entrati nell’entourage del produttore Claudio Cecchetto, che è stato il loro veicolo per raggiungere la fama.

La nuova band ottenne il suo primo vero successo nell’estate del 1992, con l’album Hanno ucciso l’Uomo Ragno, che divenne rapidamente un successo, e risultò poi l’album più venduto in Italia, portato in alto dal favore del pubblico per il singolo omonimo. [1]

Come album, Hanno ucciso l’Uomo Ragno riflette la semplicità della vita quotidiana dei giovani italiani, a partire dalle spicciole difficoltà economiche (“Con un Deca”), e dalle aspettative dei loro genitori (“Questa casa non è un albergo”). Al contrario, il brano “Hanno ucciso l’Uomo Ragno” può essere visto come metafora della società moderna, e in particolare dello sconvolgimento della società italiana all’inizio degli anni ’90: “solita notte da lupi nel Bronx / nel locale stan suonando un blues degli Stones”. Gli 883 hanno tuttavia sempre rifiutato l’idea di qualsiasi significato specificamente politico nei loro testi; nelle parole di Max Pezzali: “L’uomo ragno rappresentava la purezza adolescenziale ammazzata dal mondo degli adulti”.[2]

L’anno successivo, il 1993, vide l’incoronazione definitiva degli 883 come gruppo giovanile pop-rock in Italia, con l’uscita dell’album considerato il loro capolavoro: Nord Sud Ovest Est, album che contiene alcune delle loro canzoni più famose e in cui quasi ogni singolo è diventato un successo. Più lirico del loro primo lavoro, l’album mirava a esprimere i sentimenti della generazione che la band rappresenta, cercando anche di andare al di là della barriera generazionale. I testi parlano di sentimenti semplici, come l’attesa di un amore non corrisposto in “Come mai”,  l’espressione di ammirazione per una ragazza eccezionale ma che risulta essere molto più normale del previsto in “Sei un mito”, o la ricerca del modo perfetto per esprimere l’amore in “Una canzone d’amore” che consiste in una lunga serie di ipotetici se, elencando tutte le cose che un amante farebbe per la sua amata se solo potesse, compreso l’atto di scrivere una canzone d’amore per lei:

Se solo avessi le parole,
te lo direi
anche se mi farebbe male, uo-oh-oh.
Se io sapessi cosa dire,
io lo farei; lo farei, lo sai…
Se lo potessi immaginare,
dipingerei
il sogno di poterti amare, uo-oh-oh.
Se io sapessi come fare,
ti scriverei
ti scriverei…

Il 1994 segna la fine del gruppo originario, poiché Mauro Repetto decise di lasciare la band e l’eredità del marchio “883” all’amico Pezzali per intraprendere una carriera nel cinema, che non avrebbe avuto molto successo.

Nel 1995, quindi, Pezzali divenne l’unico leader degli 883 e attirò altri artisti all’interno della sua cerchia, tra cui le vocalist di backup Paola e Chiara, che avrebbero avviato una carriera propria come duo a partire dal 1997. Nel giugno del 1995, la band così rifondata produce un nuovo primo album La donna, il sogno ed il grande incubo, contenente il brano ritmico molto ballabile “Tieni il tempo” che vinse il Festivalbar nel 1995, così come l’iconica canzone “Gli anni” che divenne rapidamente un successo con la sua visione della storia di un’intera generazione, e che costituisce il ritornello della canzone, si riferisce chiaramente agli anni ’80: “gli anni d’oro del Grande Real, gli anni di Happy Days e di Ralph Malph”. L’intera canzone offre un’interpretazione rosea della rievocazione di cosa significava essere giovani negli anni ’80 in una piccola città italiana: “gli anni in motorino sempre in due”. Ciò che rendeva memorabili quegli anni, a detta dell’autore, sarebbe il ​​senso di compagnia chiaramente percepibile nei versi della canzone: “gli anni del tranquillo siamo qui noi, siamo qui noi”.

La band appena ri-formata andò in tour per l’intera estate del 1995 e per l’inverno del 1996, con più di settanta concerti in tutta Italia, ma quell’anno non pubblicò nessun nuovo album.

Il nuovo album arriva nel 1997 (La dura legge del gol), è ispirato dalla passione di Max Pezzali per il calcio e ricorda infatti un album da collezione per le figurine dei calciatori. Pezzali era ed è ancora un devoto fan dell’Inter, e la canzone omonima dell’album, “La dura legge del gol”, esprime i sentimenti di orgoglio e frustrazione che derivano dal far parte di una squadra che predilige giocare bene piuttosto che vincere, e conclude che non importa chi vincerà, “perché in fondo lo squadrone siamo noi”. Nel complesso, La dura legge del gol è un album dal sound pop deciso, che alterna brani facili e divertenti come “La regola dell’amico” e ballate d’amore come “Innamorare tanto” a brani più complessi e tristi come “Nessun rimpianto” e “Se tornerai”. L’album è stato accolto molto bene e ha portato a un altro tour, in cui la band ha adottato immagini sceniche basate su una partita di calcio.

L’anno 1998 ha visto il primo album di “greatest hits” della band, giustamente intitolato Gli anni, una raccolta che celebrava i primi anni di successi di 883. Allo stesso tempo, questo album ha segnato l’inizio della fine per gli 883. Nonostante il fatto che la band abbia pubblicato un altro album originale nel 1999, Grazie mille, e uno ancora nel 2001, Uno in più, l’ispirazione originale per gli 883, che veniva dall’ambiente dei giovani di provincia, sembrava ormai giunta alla fine. Pezzali, all’epoca più che trentacinquenne, decide quindi di iniziare una nuova carriera da solista, abbandonando completamente il nome della band 883 nel 2003.


[1] https://www.musictory.it/musica/883/Biografia

[2] https://music.fanpage.it/il-significato-di-hanno-ucciso-l-uomo-ragno-degli-883-a-25-anni-dalla-sua-esplosione/#:~:text=In%20un’intervista%20a%20%22TV,ammazzata%20dal%20mondo%20degli%20adulti.&text=L’uomo%20ragno%20rappresentava%20proprio,con%20il%20mondo%20degli%20adulti

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