Datemi un martello.
Che cosa ne vuoi fare?
Lo voglio dare in testa
a chi non mi va, sì, sì, sì!
A quella smorfiosa
con gli occhi dipinti,
che tutti quanti fan ballare,
lasciandomi a guardare,
che rabbia mi fa,
che rabbia mi fa!
E datemi un martello.
Che cosa ne vuoi fare?
Lo voglio dare in testa
a chi non mi va, eh, eh, eh!
A tutti le coppie
che stano appiccicate,
che vogliono le luci spente
e le canzoni lente,
che noia mi dà, uffa!
Che noia mi dà!
E datemi un martello.
Che cosa ne vuoi fare?
Per rompere il telefono l’adopererò,
perché sì!
Tra pochi minuti
mi chiamerà la mamma,
il babbo ormai sta per tornare,
a casa devo andare, uffa!
Che voglia ne ho, no, no, no,
che voglia ne ho!
Un colpo sulla testa
a chi non è dei nostri
e così la nostra festa
più bella sarà.
Saremo noi soli
e saremo tutti amici:
faremo insieme i nostri balli,
il surf e l’hully gully,
che forza sarà,
che forza sarà,
che forza sarà,
che forza sarà…
La canzone è una cover della famosa “If I had a Hammer” di Pete Seeger, ma il testo italiano, con la versione da “urlatrice” di Rita Pavone ne è una versione assai più edulcorata. Pete Seeger scrisse ed eseguì per la prima volta “If I Had a Hammer” nel 1949 in sostegno del partito comunista americano che in quel periodo veniva contrastato e attaccato per via dello Smith Act. La canzone, tuttavia, riscosse molto successo dalla fine degli anni ’50 e fu registrata da diversi artisti quali Peter, Paul and Mary (alla quale la versione italiana è musicalmente più indebitata), Wanda Jackson e Johnny Cash con June Carter.
Ascolta la versione di Rita Pavone e poi quella originale di Pete Seeger e spiega le differenze nel testo, nella musica, nell’interpretazione e nella generale presentazione della canzone.