Renato Carosone
(Napoli, 1920 – Roma, 2001)
(Di Jessica Ruffolo, University of Calgary)
Nelle fotografie e nei video di Renato Carosone ci sono quasi sempre un pianoforte, un sorriso gioioso, o entrambi. Queste immagini testimoniano la sua dedizione per tutta la vita al suo amore per la musica.
Nato da Antonio e Carolina Daino il 3 gennaio 1920 nei pressi di Piazza del Mercato in Vico dei Tornieri, Napoli, Renato Carosone era il maggiore di tre figli. I primi anni di vita di Carosone furono inondati di musica, compresa la carriera di suo padre al Teatro Mercadante di Napoli. Questa esposizione alla musica lo aiutò a costruire la sua composizione per pianoforte di debutto con “Triki-trak”, prodotta alla giovane età di 14 anni, a cui fece seguito l’opportunità di comporre musica per le epiche battaglie del conte Orlando e Rinaldo in un teatro di marionette a Napoli. Tuttavia, quando ascoltiamo la musica di Carosone, sentiamo distintamente l’incrocio delle vivaci strade di Napoli con la sua abilità di pianista e compositore formato al conservatorio.
Nel 1937, dopo essersi diplomato sotto la guida di Alberto Curci alla giovane età di 17 anni, Carosone era destinato ad una nuova avventura che lo avrebbe portato fuori dalla sua amata città natale, Napoli [1]. Carosone tornò alle sue radici di teatro di figura/marionette, unendosi ad Aldo Russo, un comico, in un’avventura teatrale nell’Africa Orientale Italiana. Qui Carosone rimase affascinato dalla musica e dalla cultura, e ad Asmara s’innamorerà di Italia Levidi, meglio conosciuta come Lita. La storia d’amore fra Lita e Carosone continuerà con il matrimonio nel 1938, e l’adozione da parte di Carosone del figlio di Lita, Pino.
Anche se l’amore, la cultura e la musica riempirono l’inizio della carriera di Carosone, il 1941 lo costrinse ad una nuova dura realtà, quando fu mandato di stanza nella Somalia italiana fino al momento in cui la regione cadde nelle mani delle forze britanniche durante la Seconda guerra mondiale. Tornò subito alle sue passioni al suo rientro ad Asmara dove diventò direttore del Teatro Odeon. Qui, Carosone lavorò per fondere i suoni e i ritmi della musica locale eritrea insieme alle sue amate melodie napoletane. Questa miscela unica di swing e jazz avrebbe aiutato Carosone a diventare famoso al suo ritorno a Brindisi, in Italia, nel 1946, dove all’epoca era praticamente sconosciuto.
La musica allegra di Carosone è stata l’ingrediente perfetto per un’emozionante esibizione. I suoi concerti erano noti per le grandi esibizioni teatrali. Il suo impegno con gli altri membri della band, il suonare diversi strumenti, ballare sul palco e il forte contatto visivo con il pubblico hanno reso la performance estremamente coinvolgente.
Il suo grande successo ebbe inizio negli anni ’50 con il Trio Carosone, composto da un chitarrista olandese di nome Peter van Houten, dal batterista napoletano Gegè Di Giacomo, e in seguito si trasformò in un quartetto con l’aggiunta del musicista ungherese romanì Elek Bacsik alla chitarra, violino e basso. Le canzoni di Carosone parlavano spesso del desiderio di incarnare i modi di fare di un’altra cultura. Questo rappresentava la globalizzazione dell’epoca, e il desiderio di “essere qualcun altro”. Queste canzoni mostrano le esperienze di vita di Carosone, che ha creato musica in tutto il mondo. Le sue canzoni musicali spesso assumono questo ruolo di “un altro”, con diversi elementi culturali che si uniscono melodicamente e notevolmente. Ne è un esempio l’uscita nel 1956 di “Tu vuò fà l’americano“, dove Carosone canta:
Tu vuo’ fa’ l’americano / mericano, mericano / ma si’ nato in Italy / sient’ a mme, nun ce sta niente ‘a fa’ / ok, napulita’!
La canzone “Torero”, con il suo ritornello orecchiabile che ricorda la perfetta giornata estiva sulle coste italiane, divenne un successo non solo in Italia ma anche negli Stati Uniti dove entrò nelle classifiche nel 1958. La canzone, che contiene melodie eclettiche, maracas, e cantata nel dialetto della sua città natale, venne poi tradotta in dodici lingue e reinterpretata da quasi trenta artisti, tra cui The Andrews Sisters e the Kind Brothers.
Carosone divenne poi uno dei primi artisti italiani del dopoguerra a fare una tournée negli Stati Uniti, intraprendendo viaggi che includevano un tour che si estendeva da Cuba a New York. Il successo della musica italo-napoletana in America dimostra la portata internazionale di questo genere di musica. Questo tour riuscì ad attirare l’attenzione della Capitol Records, che mise sotto contratto Carosone e accompagnò la produzione dei suoi primi due album: Luna di miele a Roma (1957) e Renato Carosone! (1959). Il suo suono swing fu plasmato in altri due album di big-band: Blue Italian Skies (1958), pubblicato dalla Pathé, e Carnevale Carosone (1960), pubblicato dalla Parlophone. Il mix di melodie e suoni di Carosone, raccolto a livello internazionale, è riuscito a germogliare con successo in America, una vera testimonianza della trascendenza dei suoni.
Sebbene il suono unico di Carosone sia ciò che gli ha portato grande fama, sarebbe stata l’ascesa di un altro nuovo suono ad incoraggiare il suo ritiro. Nel 1960, Carosone annunciò che il movimento rock and roll era uno dei motivi principali per cui si sarebbe allontanato dalla produzione musicale della sua vita: “Preferirei ritirarmi ora sulla cresta dell’onda, piuttosto che essere tormentato in seguito dall’idea che il rock and roll spazzi via tutto ciò che ho raggiunto in così tanti anni di duro lavoro”[2]. I suoi fan erano ovviamente entusiasti di vedere un ritorno che includeva concerti televisivi, così come esibizioni dal vivo al Festival di Sanremo e altre apparizioni televisive fino alla fine degli anni ’90.
Carosone ha trascorso gli ultimi anni della sua vita lontano dagli occhi del pubblico facendo ciò che amava ed esplorando il suo talento nella pittura. Carosone è morto domenica 20 maggio 2001 nella sua casa a Roma, ma la sua musica ha vissuto al di là di lui. “Tu vuò fà l’americano” rimane una delle più note hit italoamericane, ed è improbabile che passi un’estate senza ascoltare almeno una delle canzoni contagiosamente edificanti di Carosone.
- “Treccani – la cultura italiana | Treccani, il portale del sapere“. https://www.treccani.it/enciclopedia/renato-carosone_%28Dizionario-Biografico%29/
- Taylor, Tom. “A Timeline of 1960 in Music and the Dawn of Pop Culture.” Far Out Magazine, 10 Apr. 2022. Accessed June 20, 2024. https://faroutmagazine.co.uk/timline-1960-music-pop-culture/
Translated songs: