Torna a casa

Parole e musica di Måneskin e Giacomo Triglia

Cammino per la mia città ed il vento soffia forte,
mi son lasciato tutto indietro, il sole è all’orizzonte,
vedo le case, da lontano, hanno chiuso le porte,
ma per fortuna ho la sua mano e le sue guance rosse.

Lei mi ha raccolto da per terra coperto di spine,
coi morsi di mille serpenti fermo per le spire,
non ha ascoltato quei bastardi e il loro maledire,
con uno sguardo mi ha convinto a prendere e partire.

Che questo è un viaggio che nessuno prima d’ora ha fatto,
Alice, le sue meraviglie e il Cappellaio Matto,
cammineremo per sta strada e non sarò mai stanco,
fino a che il tempo porterà sui tuoi capelli il bianco.

Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta,
restiamo un po’ di tempo ancora tanto non c’è fretta,
che c’ho una frase scritta in testa ma non l’ho mai detta,
perché la vita, senza te, non può essere perfetta.

Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire,
quindi Marlena torna a casa che non voglio più aspettare,
quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire,
quindi Marlena torna a casa che ho paura di sparire.

E il cielo piano piano qua diventa trasparente,
il sole illumina le debolezze della gente,
una lacrima salata bagna la mia guancia, mentre
lei con la mano mi accarezza in viso dolcemente.

Col sangue sulle mani scalerò tutte le vette,
voglio arrivare dove l’occhio umano si interrompe,
per imparare a perdonare tutte le mie colpe,
perché anche gli angeli, a volte, han paura della morte.

Che mi è rimasto un foglio in mano e mezza sigaretta,
corriamo via da chi c’ha troppa sete di vendetta,
da questa Terra ferma perché ormai la sento stretta;
ieri ero quiete perché oggi sarò la tempesta.

Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire,
quindi Marlena torna a casa che non voglio più aspettare,
quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire,
quindi Marlena torna a casa che non voglio più…

Prima di te ero solo un pazzo ora lascia che ti racconti:
avevo una giacca sgualcita e portavo tagli sui polsi,
oggi mi sento benedetto e non trovo niente d’aggiungere,
questa città si affaccerà quando ci vedrà giungere.

Ero in bilico tra l’essere vittima e essere giudice,
era un brivido che porta la luce dentro le tenebre,
e ti libera da queste catene splendenti, lucide,
ed il dubbio mio, se fossero morti oppure rinascite.

Quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire,
quindi Marlena torna a casa che non voglio più aspettare,
quindi Marlena torna a casa che il freddo qua si fa sentire,
quindi Marlena torna a casa che non voglio più sparire.

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